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lunedì, maggio 30, 2011

Per Giuliano

Per Giuliano che compare giù
E Letizia non esiste più
É Giuliano che ci aiuterà
Governerà Milano, in Europa ci porterà

Odia gli stupidi,
Aiuta i deboli,
Dal PidiElle ci difenderà,
Lui si sacrifica, 
Lo sa che è l'ultima
Speranza per la sinistra

Il Centrodestra via
Dalla Milano mia
Togli le zampe o ce le lascerai
Ti spacca in quattro lui, 
Ci fa una croce su
E tu non ci sei più.

Per Giuliano che compare giù
E Letizia non esiste più
É Giuliano che ci aiuterà
Non si arrende mai è troppo forte
Non è nato ancora chi lo batterà

(Da canticchiare sulle note di Daltanius)


Aggiunta del 3 Giugno:
Passato il momento di euforia per quella che ritengo sia una svolta storica per questa città in cui sono nato, cresciuto e che attualmente mi vede tra i suoi abitanti, passiamo ad un'analisi "a mente fredda" di quello che è accaduto in questa tornata elettorale; un dato è certo, i milanesi (e più in generale, l'Italia) è stanca del centrodestra, non ne può proprio più, e lo ha dimostrato scegliendo a sindaco il candidato dell'opposizione, un uomo che è stato collocato più a sinistra del Partito Democratico, un uomo (come mi ricorda un amico emiliano) che gli stessi vertici del PD non appoggiavano fino a 6 mesi fa: un uomo che però ha convinto scendendo in piazza, parlando con la gente, ascoltando dai cittadini quali sono i problemi di questa città e promettendo delle soluzioni.


Ora è tempo di rimboccarsi le maniche, perché da fare ce ne fin troppo: spingere l'acceleratore sul Bike Sharing, creare una rete di piste ciclabili (collegando tra di loro quelle esistenti... sarebbe già un gran passo avanti), ridurre il livello di inquinamento dell'aria milanese, ma soprattutto recuperare il tempo perduto per l'Expo, che sarà fondamentale per portare Milano al pari del resto d'Europa (e magari trascinare il resto d'Italia con sé); per fortuna non dovrà occuparsi delle 2 nuove linee metropolitane, dato che in extremis è stato dato il via libera anche ai lavori della linea 4 , e quelli della linea 5 procedono a passo spedito.


In ultimo volevo ringraziare la sindachessa, per aver fatto in questi ultimi 60 giorni quello che non ha fatto in 3 anni (ossia dalla conquista dell'Expo), ha sicuramente ridato una spinta ai lavori per la città, ma un pò troppo tardi.

giovedì, maggio 19, 2011

The Wind of Change

The wind of Change
Blows straight into the face of time
Like a stormwind that will ring the freedom bell
For peace of mind
 
(Tratto da Wind of Change degli Scorpions)

Qualcosa sta cambiando. Qualcosa, in effetti, è già cambiato, anche se per essere definitivo il cambiamento deve essere confermato tra due lunedì, quando i seggi elettorali chiuderanno e si stabilirà quale sarà il vincitore della contesa per il comune di Milano. Nessuno si aspettava un risultato del genere, ossia che il candidato dell'attuale opposizione potesse essere in netto vantaggio sul sindaco uscente, ad un passo dalla vittoria, anche se, guardando i numeri non sono propenso a parlare di vittoria della sinistra, ma piuttosto di sconfitta (e anche pesante) per il centrodestra. Sconfitta che si ripercuote anche a livello dei consigli di zona, in cui la sinistra ha conquistato la maggioranza in tutte le zone, anche il centro storico, noto "fortino" del centrodestra.
 
Tenendo conto di un'affluenza alle urne sostanzialmente identica alle ultime comunali, la coalizione per Donna Letizia ha perso il 10,5% che a conti fatti risultano circa 70.000 voti, che sono andati soltanto in piccola parte verso l'altra grande coalizione che guadagna sì qualcosa, ma non molto (1,5%). Buona parte dei voti "persi" sono figli della scissione tra il Presidente Operaio e il signor Fini, oltre ad una buona percentuale di scontenti che sono confluiti sotto il simbolo del movimento creato e sostenuto da Beppe Grillo, scontenti che però arriverebbo un po' da tutte le parti: sono infatti questi 2 schieramenti a detenere la fetta maggiore dei voti che ballano, e che possono fare da ago della bilancia nel prossimo ballottaggio.
 
Di certo la campagna elettorale aggressiva (con lo "scoop" del faccia a faccia), la scissione interna al centrodestra, l'immobilismo della giunta degl'ultimi 2 anni e la scesa in campo del Presidente Operaio (che da solo ha perso 25.000 voti) non hanno di certo giovato alla possibile rielezione della sindachessa: credo che ad abbandonare il Cavaliere siano stati gli elettori cattolici, disgustati dallo scandalo Ruby e trovando nel cosiddetto Terzo Polo qualcuno che potesse rappresentarli meglio, oltre a gente disillusa, stanca di essere presa in giro, e che in questi anni ha visto dietro le bugie sparse ai quattro venti.
 
Manca ancora un passo, non piccolo ma nemmeno enorme, 2 punti percentuali da recuperare tra gli esclusi, per guidare una svolta storica: la sinistra al comando della città da quando l'Unto dal Signore è sceso in campo; e poi si vedrà davvero se la sinistra che ha scelto il proprio candidato dal basso, con uno strumento fortemente democratico, sarà in grado di portare la Metropoli Nebbiosa pronta al suo esame più importante, esame per cui è in forte ritardo e per cui non si ha più tempo da perdere: l'Expo

mercoledì, febbraio 17, 2010

La Nostra Milano: Il Bike Sharing

"Grazie al nuovo servizio BikeMi, nato nel dicembre 2008, i cittadini hanno a disposizione 100 stazioni dove noleggiare 1400 biciclette." Così comincia il paragrafo dedicato al bike sharing, iniziativa che milano ha accolto con un gran sorriso e che sta utilizzando davvero come un alternativo mezzo di trasporto pubblico, e per questo che l'amministrazione è orgogliosa e riporta vari dati sull'uso della bici; bravi ad aver dato un'altra dimensione al trasporto pubblico, bravi ad averla pubblicizzata e spinta a dovere, meno bravi se si va a vedere quello che sul libretto non hanno scritto. Cercando informazioni un po' più dettagliate su come funziona e su come si usa, ho scoperto quella che è una grossa mancanza del progetto Bike Sharing, che è ben evidente ed in neretto: dove sono i 50 Km di piste ciclabili? ma soprattutto alla luce di questo articolo ci saranno mai?

Quello delle piste ciclabili è un problema che la Metropoli Nebbiosa si trascina da decenni, problema che in una città ed in una nazione in cui si è dato un fortissimo sviluppo al trasporto motorizzato non ci si è mai dati la pena di risolverlo, e che la tiene ancora a distanza dal resto dell'Europa, dove invece al trasporto in bici viene dato uno spazio più ampio; basti pensare che una città come Monaco di Baviera sviluppa 350 Km di piste ciclabili... eppure Milano è la prima in Italia per Kilometri sviluppati (mi pare circa un centinaio).

Ad essere onesti, girando per la città, delle nuove piste ciclabili sono state fatte: dall'ingresso del Centro Saini, lungo via corelli e viale Argonne fino a piazza indipendenza, da piazzale Maciachini verso il parco Nord, l'ultima che ho visto (una striscia di vernice gialla e il segno della bici) a costeggiare via Mascheroni nel tratto tra via Pagano e via Pallavicino, quindi non si può dire che il comune non si sia impegnato nella realizzazione di percorsi utilizzabili solo da chi pedala, però è carente nella costruzione di una rete, di un sistema di piste connesse tra di loro che ti permettano di arrivare non dico ovunque, ma almeno di raggiungere i vari quartieri e connetterli tra loro; volendo un embrione di rete si può impostare con poca fatica, prendendo come centro il Parco Sempione (che per tre quarti è circondato da una pista ciclabile), utilizzando come assi le due piste già esistenti, e tracciandone una terza lungo l'asse di corso Sempione, per giungere fino al monte Stella e poi oltre, al Gallaratese e quartieri limitrofi. Finché verranno disegnate e costruite piste che nascono nel nulla, ma soprattutto muoiono nel "nulla" non si riuscirà mai a dare una svolta al trasporto su due ruote

Poi bisognerebbe insegnare ai ciclisti ad utilizzare le piste, ma questo è un altro discorso.

giovedì, novembre 19, 2009

La Nostra Milano: Metropolitane

“Nel giugno 2007 abbiamo iniziato i lavori della M5 che collegherà il centro della città alla zona nord-est, da Garibaldi a Bignami. Nove le stazioni. L’inaugurazione della prima tratta, Bignami – Zara, è prevista per la primavera del 2011. La tratta successiva Zara – Garibaldi è prevista per l’estate del 2012”

Questo è quello che il piccolo depliant riporta su una delle voci più importanti per la mobilità all’interno della metropoli; vero, verissimo, l’asse stradale che porta alla superstrada Milano – Lecco è un cantiere aperto in cui si lavora alacremente per poter rispettare i tempi di realizzazione annunciati e poter così fornire una nuova linea metropolitana alla città meneghina.
Ora, lasciando perdere le definizioni topografiche (per me Stazione Garibaldi non è il centro città, e considero nord-est l’area viale Monza - via Padova – Viale Palmanova) quello che risalta da queste 4 righe non è quello che c’è, ma quello che manca, perché per una linea metropolitana i cui lavori procedono a ritmo sostenuto, ci sono altri lavori che stentano a partire o ad essere completati; di fatto i milanesi aspettano ancora il completamento del prolungamento della M3 fino al quartiere Comasina (4 fermate che collegheranno una buona porzione dei quartieri a Nord, al momento mal serviti, con il centro città), o del prolungamento fino a Milano Fiori della M2 (che permetterebbe di raggiungere comodamente un complesso di abitazioni ed uffici molto utilizzato, oltre a decongestionare il traffico della porzione sud di Milano e raggiungere comodamente il Forum), lavori che dovevano essere completati ormai da un paio d’anni e di cui invece si continua a rimandare la consegna; oltre a questo, vi è l’avvio dei lavori per portare la M1 fino ai confini di Monza (e da qui, un giorno, fino all’autodromo) o anche l’inizio dei lavori sulla M4, linea importante soprattutto perché collegherebbe l’aeroporto di Linate col centro città, sostituendo lo storico bus 73 (che a dirla tutta trovo sia un’opera di priorità maggiore rispetto alla M5), ma di cui non si ha alcuna notizia, a parte lo stanziamento dei fondi da parte dello stato.
Che poi sommando la rete esistente ai vari progetti approvati (un’idea di insieme la si può trovare qui) il complesso non è per niente male e permetterebbe di servire meglio e raggiungere veramente qualsiasi punto della Metropoli Nebbiosa in tempi più che ragionevoli.

Tornando nel dettaglio del depliant, ho alcuni dubbi di contorno sul percorso scelto. Partendo dal confine di Bignami in cui spero sia previsto un parcheggio d’interscambio (come quelli di San Donato), perché altrimenti non puoi assorbire parte del traffico che arriva dalla superstrada, nei dintorni ci sono il polo universitario della Bicocca e l’ospedale Maggiore per cui sono previste delle fermate, ma a centinaia di metri rispetto i rispettivi ingressi; ora, l’università è anche relativamente vicina, e con 2 passi si arriva comodamente (oltre a poter usufruire del tram), ma per l’ospedale i 2 passi cominciano ad essere un esercizio fisico di una certa rilevanza e forse, ripeto forse, l’idea di costruire un servizio navetta automatizzato come quello che c’è tra Cascina Gobba e l’ospedale San Raffaele non mi sembra così balzana (nella speranza che qualcuno ci abbia pensato); il massimo sarebbe stato portare direttamente la metropolitana sotto questi luoghi d’interesse (e di traffico passeggeri), ma comprendo che scavare un percorso lineare richieda meno tempo e meno complessità di una larga “S”.

lunedì, novembre 09, 2009

La nostra Milano: introduzione

Qualche settimana fa nella mia cassetta postale si è infilata una busta del comune; si tratta di un depliant che ripercorre il lavoro fatto dall'attuale giunta in questi 3 anni e mezzo, un modo molto sintetico per informare i cittadini di ciò che è stato fatto, e una cartolina per raccogliere suggerimenti su cosa fare per migliorare ancora la Metropoli. Peccato che per me le 2 righe della cartolina non siano sufficienti, e quindi ho deciso di scrivere qui i miei suggerimenti.

Anzitutto bisogna riconoscere che di cose in questi 3 anni i signori di palazzo Marino ne hanno fatte, e i numeri e le voci presenti sul depliant sono ragionevolmente reali. Tra l'altro, spesso si tratta di cose poco visibili e di cui ci si accorge magari guardando vecchie foto, o che si notano perché quella via la percorriamo una volta al mese e la differenza ti salta all'occhio... ma a volte basta non vedere il cantiere che apre e chiude in una settimana e non ti accorgi di quello che è stato fatto.  Per cui diventa difficile notare le 128.000 piante piantate per la Metropoli o le 246 aree gioco nuove, che il depliant assicura siano state realizzate.

Per me questo depliant è un ottimo spunto per parlare un po' di questa città, tirando fuori alcune sue problematiche, quelle che ho più vicino e di cui ho un'esperienza diretta; trasporti pubblici, ciclabilità, impianti sportivi, urbanistica, la Milano culturale e "turistica", temi che tratterò nei prossimi giorni

mercoledì, gennaio 07, 2009

Finalmente!!!


Finalmente su Milano è caduta una nevicata degna di questo nome, oltre 24 ore di fiocchi candidi e bianchi hanno reso la Metropoli Nebbiosa un sogno immacolato da attraversare, contemplare e ammirare; inutile dirlo, a me la neve in città piace, piace da matti, perché le dà un aspetto assolutamente irreale, perché sotto la coltre bianca i rumori si attutiscono, le voci si abbassano, le persona (per forza di cose) rallentano e si scopre di avere sotto gli occhi una città bella. Anche se, me ne rendo conto, la neve porta con sé disagi e problemi, accentuati anche dalla mirabolante gestione dell'emergenza che il nostro amatissimo vice-sindaco continua a condurre allo stesso modo, nonostante ormai siano 15 anni che siede su quella poltrona.

Ora, di certo non è un problema di mezzi o risorse mancanti, o di carenza di personale, ma a mio parere di come sono stati utilizzati, un problema di tempistiche: il disastro di oggi è dovuto soprattutto alla mancanza del passaggio dei mezzi spalaneve durante la notte, quando il traffico, soprattutto sulle arterie principali della città, è molto ridotto o quasi inesistente; se poi contiamo che era la notte dell'epifania è ovvio che la neve si accumuli, creando le code e i problemi di guida che sono stati causati, compresi i numerosi ritardi per i mezzi pubblici, metropolitane comprese. per non parlare della pulizia dei marciapiedi, che fintanto che è affidata ai portinai degli stabili viene effettuata in maniera decente, ma laddove il marciapiede costeggia un parco, un ponte (soprattutto quelli pedonali) o un'area pubblica prima che venga ripulita passeranno i giorni, col rischio che la neve ghiacci e la gente scivoli facendosi male.


Finalmente torno a occuparmi di questo diario che continuo a lasciare indietro, nonostante le cose da scrivere ci siano... vabbè, recupererò nei prossimi giorni.

(La foto è di repertorio, la mia macchina fotografica è da tempo che ha dato forfait)

mercoledì, maggio 07, 2008

Le Torri Contestate

Milano sta cambiando faccia; un passo per volta, ma alcune aree "dimesse" della metropoli sono interessate da quelli che in comune chiamano interventi di riqualificazione, ossia la possibilità di abbattere vecchie strutture per costruirne di nuove secondo i più recenti concetti di urbanistica. Uno di questi "interventi", più precisamente il nuovo quartiere in via di costruzione nell'area fiera, di recente è balzato sulle prime pagine di tutti i giornali perché il presidente Operaio (in piena campagna elettorale) ha criticato uno dei 3 grattacieli in progetto, il che ha scatenato una forte polemica con il signor Libeskind, uno dei tre firmatari del progetto; incuriosito ho trovato un sito molto dettagliato sul progetto, la fisionomia del nuovo quartiere e la storia dell'assegnazione (residentifiera.it), sito gestito da uno dei due comitati di residenti che osteggiano il progetto.

Concordo con loro nel dire che non ha vinto il progetto migliore, ma quello che ha portato all'ente fiera proprietario di quelle aree il maggior incasso, che la giunta Albertini ha gestito la questione con la sua solita e sollecita attenzione per i cittadini (come dimostrano anche altri lavori in corso), che alcuni punti del progetto potevano essere sviluppati meglio ma, lasciando perdere la boutàde dell'ormai nostro Presidente del Consiglio, a me il progetto di riqualificazione sembra fatto bene, con la previsione di un parco, un buon numero di palazzi, la costruzione di un museo, il mantenimento di due strutture storiche della vecchia fiera (ossia del primo nucleo di quella che è diventata la fiera campionaria) e quindi non capisco il motivo del contrasto dei due comitati, o meglio non capisco perché l'altezza dei nuovi palazzi residenziali sia un problema; parlano di "eccessiva volumetria concessa" che gli architetti hanno sviluppato in verticale per poter inserire il parco (che non sarà grandissimo in ogni caso), progettando palazzi alti anche oltre i 20 piani, ma non vedo come questo possa risultare in un problema per chi abita lì attorno. Posso capire le preoccupazioni nella fase di demolizione dei vecchi capannoni, ma non sul progetto nuovo, soprattutto quando si parla "di coerenza rispetto al contesto di città" soprattutto se la città una coerenza non ce l'ha dalla fine della seconda guerra mondiale (basta girare un po' per la Metropoli Nebbiosa per rendersene conto).

domenica, aprile 06, 2008

Milano Universale

Lunedì scorso, in quel di Parigi, il BIE ha assegnato a Milano l'organizzazione dell'Expo 2015, ossia dell'Esposizione Universale, con una votazione in netto favore della città meneghina nei confronti di Smirne; un risultato di enorme importanza per la Metropoli Nebbiosa, che dopo la "perdita" di qualsiasi appoggio per organizzare le olimpiadi del 2016 (appoggio che è andato a Roma), ha trovato la spinta e la voglia di mettersi comunque in gioco per un evento di rilevanza mondiale: un successo ottenuto grazie al lavoro di tutti, come ha affermato il presidente della repubblica, con un forte sostegno del governo dimissionario, quello stesso governo che in questi ultimi mesi sta riservando a Milano un trattamento "speciale", avendo approvato i finanziamenti per alcune opere come il prolungamento della linea rossa fino a Monza, o i lavori per la linea 5.
L'organizzazione dell'Expo (già passata a Milano, nel 1906, occasione in cui è nato il primo nucleo della fiera campionaria) porterà sulla città una valangata di finanziamenti, all'incirca 20 miliardi, con la quale si dovranno fare molte cose: a parte il nuovo quartiere che sorgerà accanto al nuovo polo fieristico di Rho (che comprende anche la costruzione di una nuova stazione ferroviaria proprio lì, nel punto di congiunzione tra i due poli), finalmente si potranno realizzare una serie di lavori di cui questa città ha un forte bisogno, e per rinnovarsi, e per rilanciarsi: il che vuol dire che per i prossimi sette anni vedremo gru, ruspe e betoniere in abbondanza, a rifare il volto completamente a questa città.

Sinceramente sono contento che un evento così importante come l'Expo sia arrivato qui invece che in Turchia, perché a Milano un evento di queste proporzioni mancava, perché a Milano (e non solo) un evento del genere può solo fare del bene, se usato bene, dato che si prevedono 70.000 posti di lavoro, perché finalmente c'è l'opportunità di portare la Metropoli Nebbiosa a pari passo con le altre metropoli europee, passo sempre inseguito e mai raggiunto, perché l'Expo può rilanciare Malpensa come aeroporto Intercontinentale (cosa di cui parlerò nei prossimi giorni): L'unica cosa che mi preoccupa è la tendenza tutta italiana ai ritardi soprattutto se riguardano i lavori pubblici: ancora oggi i prolungamenti della linea 2 verso assago e della Linea 3 verso la comasina non sono stati completati, per quanto la consegna prevista sia stata sorpassata da mesi (il Forum sarà raggiungibile con la metropolitana a Marzo del 2009, stessa data di consegna per la metro gialla); non vorrei che certi lavori (la stazione ferroviaria di Rho-fiera, il metro 4 fino a Linate, alcuni interventi stradali, la costruzione di alcune infrastrutture d'alloggio) previsti conclusi in anticipo o comunque in contemporanea con l'inaugurazione della fiera "slittassero" per le solite magagne burocratiche.
Staremo a vedere, magari nella ridda di soldi da investire ci scappa anche un palazzetto dello Sport nuovo...

martedì, febbraio 05, 2008

Ecotass

È passato un mese da quando l'illuminata giunta comunale ha iniziato la sperimentazione, che durerà per tutto il 2008, del provvedimento anti-inquinamento più discusso d'Italia, ossia l'accesso limitato (e a pagamento) della cerchia dei bastioni al traffico privato, più noto come Ecopass; nonostante il poco tempo trascorso, qualche indicazione è già possibile ricavarla, sfruttando i dati diffusi dal Comune, che ci informano di una riduzione del traffico in ingresso, a cui consegue una riduzione (minima) delle polveri sottili e degli agenti inquinanti nell'aria della Metropoli Nebbiosa.
Il che non sono cattivi risultati, sia chiaro, per quanto un solo mese non sia ancora un periodo di tempo sufficiente per determinare il vero valore del provvedimento, anche se qualche risultato lo si sta ottenendo, soprattutto per le casse comunali, che si vedono arricchite da chi, per necessità, si reca in macchina al lavoro o che addirittura abita all'interno della cerchia e per non incorrere in molteplici multe opta per un "abbonamento"; soldi che poi, in teoria, dovrebbero essere utilizzati per migliorare il trasposto pubblico.
Ora, personalmente il provvedimento della Letizia non mi tocca, dato che di giorno mi sposto con la cara ATM e nei rari casi in cui ho necessità del DoblòDoc di giorno non devo attraversare l'area incriminata, però dei dubbi me li ha lasciati non tanto per l'utilità o comunque il suo scopo ultimo (rendere più vivibile il centro "esteso" di Milano), quanto per le tempistiche, dato che non si può pensare di limitare il traffico cittadino prima di aver potenziato realmente quello che naturalmente diviene il principale veicolo per giungere sul proprio posto di lavoro, ossia i tram, gli autobus e le metropolitane, soprattutto le linee extraurbane, dato che molto del traffico milanese deriva proprio da chi arriva nella Metropoli da fuori; Inoltre mancano posti auto per chi vorrebbe utilizzare i parcheggi di interscambio (come quello di Famagosta, sempre completo), ma si è preferito "costringere" la gente a pagare per poi , forse, un giorno, vedere quei servizi che renderanno l'uso quotidiano dell'auto una opzione e non una necessità.

sabato, gennaio 05, 2008

Metropoli Imbiancata

Ormai non ne rimane quasi più traccia, eppure ieri mattina la Metropoli nebbiosa era uno spettacolo di bianco candore, coperta da un sottile ma sufficiente strato di neve, non abbastanza da creare i problemi patiti con l'ultima nevicata due anni orsono, ma per regalare una visione quasi fiabesca sì.
È inutile, Milano sotto la neve ha tutto un altro aspetto, e passeggiare tra le sue vie guardando i tetti, le macchine, gli alberi coperti di bianco è stata una bella cosa, nonostante alcune difficoltà dovute ai marciapiedi (soprattutto quelli che non sono competenza dei palazzi privati) non sgombri dalla neve calpestata dai passanti; se a questo si abbina lo splendore delle luminarie natalizie di quest'anno (veramente belle, soprattutto la volta della Galleria e il castello Sforzesco) il risultato non può che lasciare a bocca aperta. Peccato non aver fatto foto...