Con quella che si può definire un'impresa, grazie anche ad un girone difficile ed equilibrato, l'Olimpia Milano è riuscita ad accedere alla seconda fase dell'Eurolega, che sembrava compromessa dopo una partenza fatta di 4 sconfitte e zero vittorie; ci arriva con un record di 5 vinte e 5 perse, battendo in una serata storica il CSKA di Messina, e giungendo addirittura terza nel girone; per la squadra di Giorgio Armani è un risultato importante, anche perché l'Olimpia è una delle grandi squadre che ha fatto la storia della pallacanestro europea, assieme al Real madrid, al Maccabi Tel Aviv, al Barcelona, alle squadre della ex-jugoslavia, oltre che Varese, Virtus Bologna e altre squadre italiane.
L'Europa è importante, non soltanto a livello di immagine o come importanza nella competizione, è importante anche per i ritorni che la nostra presenza tra le 16 squadre che si disputeranno la seconda fase comporta, ritorni in fatto di pubblico, di interesse da parte di sponsor, di interesse da parte dei giocatori che ci tengono a partecipare alle competizioni più prestigiose e spesso scelgono anche in base a questo parametro; sono felice, perché è un grande traguardo raggiunto dopo anni di inseguimenti, un traguardo che per il lavoro svolto quest'estate la dirigenza si merita di aver raggiunto; ora non resta che giocarsi le prossime partite col cuore leggero di chi il proprio obiettivo l'ha raggiunto e provare ad andare avanti, senza però perdere di vista gli altri impegni, a cominciare dal campionato.
Già, perché per un'Europa conquistata, bisogna segnare anche un andamento in campionato non dei più brillanti, e soprattutto l'esclusione dalla Coppa Italia, campionato nella quale abbiamo pagato un inizio stentato (una vittoria e 3 sconfitte) e che nel momento in cui era necessario accumulare punti, col favore del fattore campo, ci ha visto invece perdere (anche in malo modo), lasciandoci galleggiare a metà classifica. Nulla di tragico, sia chiaro, per la lotta allo scudetto nulla è compromesso, ma dispiace non poter partecipare alla corsa per un trofeo magari non di grande importanza, ma pur sempre di valore.
L'unico vero dispiacere è stato non essere al Forum quando il grande CSKA è stato sconfitto dalla piccola (per loro) Olimpia, ma la colpa è soltanto mia che non ci ho creduto abbastanza.
martedì, gennaio 20, 2009
domenica, gennaio 18, 2009
La Scaligera e Dintorni
Gli ultimi sei mesi del 2008 li ho passati correndo avanti indietro su dei comodi Eurostar che puntualmente in ritardo mi portavano nella città dell'Arena per svolgere il mio dovere di lavoratore; ma il tempo per visitare Verona non mi è mancato.
Che dire, la città, o meglio, il suo centro storico è bello, ma come per altri capoluoghi che ho visitato negli anni decisamente piccolo rispetto alle mie abitudini e quindi facile da girare senza perdersi, facile da visitare, anche a pezzi, nelle poche ore a disposizione che avevo, però appena si esce dal centro, o comunque dalle vie che erano contenute nella cinta muraria (di cui qualcosa è rimasto, più o meno come a Milano, ma tenuto decisamente meglio) si nota tutto l'abbandono, la bruttezza e il degrado che il tempo e l'industrializzazione ha lasciato.
Per quello che ho visto, ci sono ampie zone lasciate cadere a pezzi, interi complessi in rovina per cui solo adesso sono cominciati dei lavori di riqualificazione (che significa buttare giù tutto, e ricostruire daccapo), segno di un certo disinteresse durato anni e che solo adesso viene corretto, anche perché la Scaligera è una città in espansione, un possibile nodo di traffici e commerci che merita una maggiore attenzione; maggiore attenzione che l'amministrazione pubblica dovrebbe porre anche su aspetti più funzionali della sua città, a cominciare da un sistema di trasporto pubblico che non presenti buchi d'orario o attese normali di 30 minuti tra una corsa e l'altra, a cui la mancanza di una metropolitana (ma questo è più comprensibile, abbiamo fatto fatica noi a Milano ad avere 2 linee...) aggiunge altri problemi alla "scorrevole" mobilità veronese; che con le fiere si immobilizza del tutto.
Che dire, la città, o meglio, il suo centro storico è bello, ma come per altri capoluoghi che ho visitato negli anni decisamente piccolo rispetto alle mie abitudini e quindi facile da girare senza perdersi, facile da visitare, anche a pezzi, nelle poche ore a disposizione che avevo, però appena si esce dal centro, o comunque dalle vie che erano contenute nella cinta muraria (di cui qualcosa è rimasto, più o meno come a Milano, ma tenuto decisamente meglio) si nota tutto l'abbandono, la bruttezza e il degrado che il tempo e l'industrializzazione ha lasciato.
Per quello che ho visto, ci sono ampie zone lasciate cadere a pezzi, interi complessi in rovina per cui solo adesso sono cominciati dei lavori di riqualificazione (che significa buttare giù tutto, e ricostruire daccapo), segno di un certo disinteresse durato anni e che solo adesso viene corretto, anche perché la Scaligera è una città in espansione, un possibile nodo di traffici e commerci che merita una maggiore attenzione; maggiore attenzione che l'amministrazione pubblica dovrebbe porre anche su aspetti più funzionali della sua città, a cominciare da un sistema di trasporto pubblico che non presenti buchi d'orario o attese normali di 30 minuti tra una corsa e l'altra, a cui la mancanza di una metropolitana (ma questo è più comprensibile, abbiamo fatto fatica noi a Milano ad avere 2 linee...) aggiunge altri problemi alla "scorrevole" mobilità veronese; che con le fiere si immobilizza del tutto.
venerdì, gennaio 16, 2009
Droghe elettroniche
Uno dei motivi per cui ho abbandonato varie attività, tra cui la cura di questo diario, a parte la mancanza di una connessione internet in quel postaccio dove sono andato a lavorare negli ultimi mesi, è la mia ricaduta nell'uso (e a volte abuso) dell'ennesima droga che mi è capitata sottomano; parlo di droga, ma in realtà non si tratta di una sostanza stupefacente, ma di altro, e nella mia vita ne ho incontrate parecchie, soprattutto da quando mi sono imbattuto in quelle meraviglie del divertimento che sono i videogiochi: più il gioco mi piace, meno è la mia capacità di "staccare" da esso, rischiando così di perdere qualsiasi concezione dello spazio e del tempo, desiderando di riprendere dal punto dove mi sono interrotto il prima possibile, annullando, a volte, qualsiasi relazione sociale o interpersonale; sì, se qualcosa mi prende lo vivo fino al fondo e completamente, è abbastanza normale, finché si ha la testa per poter dire "pausa".
Il nome di questa droga è World of Warcraft, la colpa (o il merito) di avermi introdotto nel suo mondo è di due amici che ci giocano da anni, la scusa è stata una prova gratuita di 10 giorni... normale amministrazione, in fondo si comincia così, c'è sempre un amico che ti dà un assaggio di "qualcosa", e se questo qualcosa ti piace ne prendi ancora e ancora e ancora; ma è solo un videogioco, nulla di pericoloso, se non per il C/C (ma nemmeno tanto, i costi sono moderati).
Cos'è World of Warcraft? Facendola molto semplice, si tratta di un gioco di ruolo nel più classico dei termini, con tutte le limitazioni interpretative che il videogioco ha sempre avuto, tra cui una limitata interazione con i personaggi non giocanti; nel momento in cui crei un personaggio scegli in quale delle 2 fazioni disponibili entrare, se l'Alleanza (dove si trovano Nani, Gnomi, Umani ed Elfi della Notte) oppure l'Orda (che presenta Non-Morti, Orchi, Troll e Tauren, una sorta di Minotauri bipedi senza la parte umana): quello che lo rende particolare è il fatto di essere un gioco On-line, ossia un gioco che si svolge su di un server alla quale ti colleghi via Internet e nella quale giocano diverse persone contemporaneamente. Nulla di eccezionale, e nemmeno il primo esempio di gioco on-line.
Ma allora perché ci sono ancora 6 milioni di giocatori (perché questi sono i numeri di WoW)? perché a differenza di altri giochi belli e divertenti al pari della creatura della Blizzard non ha una scadenza, ha una durata non di settimane (a volte di giorni) ma addirittura di mesi; mi ricordo ancora quando ho avuto la possibilità di giocare a Return to Castle Wolfenstein, ci ho passato le giornate intere, dalle 10 del mattino alle 10 di sera, senza mangiare, senza bere, ancora un po' senza manco dormire, però in circa 2 settimane sono arrivato alla conclusione, e quindi anche alla fine del mio "piacere"; con WoW la "fine" è ancora lunga a vedersi e sono già 4 mesi che ci sto dietro... sempre che ci sia una fine, perché ci sono così tante cose da fare, che una fine non la vedo possibile.
C'è da dire, poi, che essendo un gioco On-line, ossia che richiede un collegamento ad un server, parte del divertimento sta nell'affrontare altri giocatori, nell'organizzarsi per affrontare le avventure più difficili in gruppo, nel trovare a volte un aiuto insperato in chi è nell'altra fazione... Insomma un mondo nuovo in cui muoversi o rifugiarsi, ben lungi dallo stancarmi.
Il nome di questa droga è World of Warcraft, la colpa (o il merito) di avermi introdotto nel suo mondo è di due amici che ci giocano da anni, la scusa è stata una prova gratuita di 10 giorni... normale amministrazione, in fondo si comincia così, c'è sempre un amico che ti dà un assaggio di "qualcosa", e se questo qualcosa ti piace ne prendi ancora e ancora e ancora; ma è solo un videogioco, nulla di pericoloso, se non per il C/C (ma nemmeno tanto, i costi sono moderati).
Cos'è World of Warcraft? Facendola molto semplice, si tratta di un gioco di ruolo nel più classico dei termini, con tutte le limitazioni interpretative che il videogioco ha sempre avuto, tra cui una limitata interazione con i personaggi non giocanti; nel momento in cui crei un personaggio scegli in quale delle 2 fazioni disponibili entrare, se l'Alleanza (dove si trovano Nani, Gnomi, Umani ed Elfi della Notte) oppure l'Orda (che presenta Non-Morti, Orchi, Troll e Tauren, una sorta di Minotauri bipedi senza la parte umana): quello che lo rende particolare è il fatto di essere un gioco On-line, ossia un gioco che si svolge su di un server alla quale ti colleghi via Internet e nella quale giocano diverse persone contemporaneamente. Nulla di eccezionale, e nemmeno il primo esempio di gioco on-line.
Ma allora perché ci sono ancora 6 milioni di giocatori (perché questi sono i numeri di WoW)? perché a differenza di altri giochi belli e divertenti al pari della creatura della Blizzard non ha una scadenza, ha una durata non di settimane (a volte di giorni) ma addirittura di mesi; mi ricordo ancora quando ho avuto la possibilità di giocare a Return to Castle Wolfenstein, ci ho passato le giornate intere, dalle 10 del mattino alle 10 di sera, senza mangiare, senza bere, ancora un po' senza manco dormire, però in circa 2 settimane sono arrivato alla conclusione, e quindi anche alla fine del mio "piacere"; con WoW la "fine" è ancora lunga a vedersi e sono già 4 mesi che ci sto dietro... sempre che ci sia una fine, perché ci sono così tante cose da fare, che una fine non la vedo possibile.
C'è da dire, poi, che essendo un gioco On-line, ossia che richiede un collegamento ad un server, parte del divertimento sta nell'affrontare altri giocatori, nell'organizzarsi per affrontare le avventure più difficili in gruppo, nel trovare a volte un aiuto insperato in chi è nell'altra fazione... Insomma un mondo nuovo in cui muoversi o rifugiarsi, ben lungi dallo stancarmi.
venerdì, gennaio 09, 2009
E Non si Sente Più la Ritirata
Nemmeno il contrappello e l'adunata,
E non si mangia più nella gavetta
Che tu hai passato alla burbetta.
Burbetta sparati, se son tre mesi
Per noi son giorni e non son mesi
E non c'è firma, ne firmamento
Questo è il momento a casa si va!
Dieci anni sono passati, e devo dire che non mi sembra vero, che quei giorni mi sembrano sì lontani ma non così lontani come lo sono altri. È inutile che stia a ribadire qui cosa i 10 mesi di naia hanno significato per me, visto che appena arriva questo giorno sono qui a ricordare del mio periodo in divisa; e a guardare all'anno passato e a quello che verrà.
Sinceramente sapevo che il 2008 sarebbe stato un anno difficile, ma non immaginavo che lo potesse essere così tanto! difficile e faticoso, fin dall'inizio, un anno in cui i problemi si sono accumulati e in cui ho fatto fatica, molta fatica, a stare dietro a tutto, anche a me stesso, un anno in cui ho dovuto fare delle scelte anche scomode, e non sempre si sono rivelate delle buone scelte. Ho fatto degli errori, brutti, pesanti, ho fatto dei sacrifici pesanti anche quelli, ancora una volta i buoni propositi se ne sono andati a banane, però alla fine scelte e sacrifici hanno pagato e ora sono più tranquillo, meno pressato e per una volta tanto il C/C a fine anno mi ha sorriso (penso ancora incredulo, visto quello che abbiamo passato). I momenti belli non sono mancati, 3 matrimoni, una seconda nipote (putativa, anche perché se aspetto mia sorella...) e la scoperta di una terza in arrivo, ma sono poche note liete in un mare di preoccupazioni.
Al momento sono un uomo in attesa, in attesa di vedere dove questo 2009 mi porterà su molti piani, tenendo conto che l'orizzonte al momento è davvero piatto, e a dirla tutta non mi aspetto molto; so che dovrò darmi da fare, ma non ci sono veri obiettivi da raggiungere, piuttosto riprendere per mano i buoni propositi: contenere il caos in casa, mantenere il C/C sorridente, riprendere con un po' più di continuità alcune passioni, il bookcrossing (che in questi ultimi mesi è stato completamente accantonato), la pallacanestro, Warhammer, fare ginnastica, scrivere più spesso sui blog (non solo questo, ma anche su Le Storie di Martìn) e vedere cosa ci offre il futuro.
mercoledì, gennaio 07, 2009
Finalmente!!!
Finalmente su Milano è caduta una nevicata degna di questo nome, oltre 24 ore di fiocchi candidi e bianchi hanno reso la Metropoli Nebbiosa un sogno immacolato da attraversare, contemplare e ammirare; inutile dirlo, a me la neve in città piace, piace da matti, perché le dà un aspetto assolutamente irreale, perché sotto la coltre bianca i rumori si attutiscono, le voci si abbassano, le persona (per forza di cose) rallentano e si scopre di avere sotto gli occhi una città bella. Anche se, me ne rendo conto, la neve porta con sé disagi e problemi, accentuati anche dalla mirabolante gestione dell'emergenza che il nostro amatissimo vice-sindaco continua a condurre allo stesso modo, nonostante ormai siano 15 anni che siede su quella poltrona.
Ora, di certo non è un problema di mezzi o risorse mancanti, o di carenza di personale, ma a mio parere di come sono stati utilizzati, un problema di tempistiche: il disastro di oggi è dovuto soprattutto alla mancanza del passaggio dei mezzi spalaneve durante la notte, quando il traffico, soprattutto sulle arterie principali della città, è molto ridotto o quasi inesistente; se poi contiamo che era la notte dell'epifania è ovvio che la neve si accumuli, creando le code e i problemi di guida che sono stati causati, compresi i numerosi ritardi per i mezzi pubblici, metropolitane comprese. per non parlare della pulizia dei marciapiedi, che fintanto che è affidata ai portinai degli stabili viene effettuata in maniera decente, ma laddove il marciapiede costeggia un parco, un ponte (soprattutto quelli pedonali) o un'area pubblica prima che venga ripulita passeranno i giorni, col rischio che la neve ghiacci e la gente scivoli facendosi male.
Finalmente torno a occuparmi di questo diario che continuo a lasciare indietro, nonostante le cose da scrivere ci siano... vabbè, recupererò nei prossimi giorni.
(La foto è di repertorio, la mia macchina fotografica è da tempo che ha dato forfait)
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