Ci siamo. Ormai il destino di quella che è stata una delle prime compagnie aeree d’europa si sta compiendo, giungendo alla conclusione di un declino durano anni ed ormai irreversibile. Dovevo scrivere questo articolo a Maggio, quando il signor Spinetta si è ritirato dalla trattativa di acquisizione che Air France, interessata ad espandere il proprio “potere” in Europa, trattativa saltata per 2.500 esuberi e le parole del nostro amato Presidente Operaio (con la sua soluzione italiana), ed invece il mio pensiero arriva solo oggi, quando ormai siamo alle battute finali.
Che Alitalia fosse “malata” lo si sapeva da anni, la crisi degli anni ’90 aveva evidenziato i primi problemi per la compagnia ma all’epoca si era intrapresa una strada che poteva portare un risanamento dell’azienda ed una certa produttività: peccato che la fusione con KLM (che ora è inglobata nel gruppo Air France) si sia improvvisamente interrotta, lasciando la nostra compagnia con ben poco in mano, ed essenzialmente senza alcun salvagente alla successiva crisi del mercato aereo del dopo 11 Settembre 2001. Da qui la “malattia” si è aggravata, ma nessuno ha voluto riconoscerla, facendo finta che tutto andasse per il meglio, che il deficit fosse contenibile, che una ristrutturazione profonda di tutto l’organico non fosse categoricamente necessaria, e in questo viaggiare col paraocchi ci si sono messi tutti: Stato, dirigenza, sindacati, ognuno ha fatto la sua parte, aggravando sempre più lo stato delle cose, incapace di rispondere all’avvento delle compagnie Low-cost, di mantenere la qualità dei voli alta, di offrire un servizio paragonabile alle altre compagnie di bandiera europee (con le quali si è sempre confrontata).
Ora siamo di fronte ad un malato in fase terminale, stiamo assistendo all’agonia giorno dopo giorno di un’azienda che ha trasportato milioni di italiani per l’Italia e il mondo: il prestito di 300 milioni di euro che lo Stato ha dato ad Alitalia (soldi presi dagli stanziamenti per la ricerca scientifica) è l’ultima dose di morfina data per attutire il male: la cordata italiana messa in piedi dal Nano maledetto è giusto un modo per salvare la faccia di fronte agli elettori, dopo aver promesso di “salvare la compagnia di bandiera con una soluzione nazionale”, soluzione che porta inevitabilmente all’abbattimento del malato.
Sinceramente era da (s)vendere ad Air France, il piano di Spinetta quantomeno avrebbe salvato il nome ed un buon numero di voli, anche se qualcuno (per la precisione Malpensa e gli esuberi) ci avrebbe rimesso, ma la trattativa era ancora lunga, con una buona mediazione si sarebbe giunti ad un buon accordo per tutti; la soluzione italiana invece parla di 4.500 esuberi (ma si era detto anche 7.000), la riduzione a 153 velivoli e la rinuncia alla maggior parte delle rotte intercontinentali e internazionali, la rinuncia ad avere un Hub (da 2,di cui uno mal utilizzato, a zero), oltre ad una fantomatica fusione con AirOne (che ha fatto la propria fortuna con la partnership Lufthansa) e la limitazione dei voli da Linate solo ed unicamente per Roma (come se la CAI possa decidere il futuro e l’utilizzo di un aeroporto che non le appartiene), il tutto creando una “bad company”, ossia una società su cui riversare tutti i passivi accumulati da lasciare allo Stato (che di fronte al buco nero di bilancio, non potrà far altro che dichiarare il fallimento… o far pagare ai contribuenti il ripiano…), sempre che i sindacati non facciano muro (come è stato per Air France), il che porterebbe ad una sola, tragica, conclusione: la bancarotta.
mercoledì, settembre 10, 2008
martedì, settembre 09, 2008
Notizie Brevi dal (Mio) Mondo
Eccomi di nuovo qui, a riprendere la scrittura di questo diario dopo una lunga pausa estiva, pausa piena di avvenimenti per la quale avrei dovuto lasciare una traccia, un commento, una nota e che invece per pigrizia (ma non solo) ho tenuto nelle mia mente; ed esprimerle ora in tutta la loro interezza non sarebbe la stessa cosa, non si respirerebbe il momento, la freschezza, la novità, un po’ come presentarsi ad un appuntamento con una rosa seccata: bella, per carità, ma priva di qualsiasi profumo.
Il che inevitabilmente ti porta a riflettere sul senso di tenere un diario, soprattutto un diario on-line, se poi si è carenti nel seguirlo e nel rinnovarlo con nuovi pensieri. Il mio è soltanto un contenitore di pensieri e opinioni, nella quale comunque racconto sempre qualcosa di me, qualcosa che accade o del quale sono personaggio (più difficilmente protagonista), quindi può anche capitare un periodo “vuoto”, in cui non ci sia nulla su cui esprimersi , ma se gli avvenimenti ci sono, e i pensieri si elaborano e prendono forma, cosa impedisce di concludere il lavoro e scrivere quelle 4 maledette righe? C’è solo la pigrizia (perché il tempo e le occasioni non mi sono mancate)? È solo distrazione, indolenza, oppure c’è qualcos’altro che mi trascina a trascurare questo diario? Un calo d’interesse?
Più probabilmente è un mix di tutto questo, ben miscelato da anni di pratica e dalla mia indole distratta e disordinata, mix che si riflette anche su altre attività, altri “progetti” ora abbandonati… Però bisogna metterci l’impegno e la buona volontà per non lasciare le cose a metà e quantomeno portarle a compimento, qualunque sia la fine.
Tornando alla me, riassumo qui gli avvenimenti della mia estate, che non è stata di certo tranquilla e pacifica:
Ringrazio vivamente tutti gli amici che si sono prodigati per procurarmi 2 biglietti per il concerto dei Kiss a Milano: Un regalo splendido, un concerto bellissimo, spettacolare, nella quale mi sono divertito da matti, in cui ho cantato, ballato, urlato. Gene Simmons e soci, nonostante i 60 anni suonati ti trasmettono un’energia e una voglia che pochi cantanti riescono a portare al loro pubblico, e nonostante siano più di 10 anni che non pubblicano un disco, il richiamo delle loro note ha quasi riempito il Forum. Quasi perché la data fu aggiunta in seguito alle richieste e molti ormai avevano il biglietto per il concerto di Verona (di cui potete leggere qui), ma lo spettacolo visto (con fuochi artificiali e cannoni spara-coriandoli) rimarrà per sempre nei miei ricordi.
Dal primo luglio ho cambiato luogo di lavoro e dopo oltre 3 anni ho ripreso la vecchia abitudine di pendolare, arrivando fino a Verona, con tutto quello che ne consegue; ossia sveglia all’alba e ritorno a sera inoltrata, molto più tempo per leggere, una vita sociale bruscamente azzerata (quasi), uno stipendio con molti più danari. Il lavoro in sé non ha molte attrattive, con ancora meno appeal della manutenzione, ma lo sporco denaro che ne consegue al momento vale lo sforzo che il pendolare tra la Metropoli Nebbiosa e la Scaligera comporta.
Un’altra Adunanza è passata: Alex Trigor è riuscito anche quest’anno a partecipare (e fanno 9), rischiando di lasciarci le penne sul serio, ma alla fine è tornato a casa ancora una volta sulle proprie gambe. L’evento è andato abbastanza bene, nonostante il cambio di regolamento abbia generato un po’ di confusione, e alcune particolarità non siano state del tutto assimilate (o digerite). Circa 150 persone in meno rispetto all’anno scorso, ma i numeri non parlano della perdita di qualità che il gioco di GRVItalia sta subendo, per quanto mi sia comunque divertito e molte perplessità che avevo prima di partire si siano sciolte giocando. Per il resto i Dragoni hanno completato i propri obbiettivi con successo, mentre il re è morto (2 volte) ed ora il regno di Elavia si trova senza una guida.
Gioia, gaudio e tripudio, dopo una lunga gestazione l’Olimpia Milano è passata definitivamente nelle mani di un signore di classe, un uomo serio abituato a fare le cose per bene e a lottare per ottenere i migliori risultati; siamo tutti euforici perché Giorgio Armani ha rilevato l’80% delle quote della società Olimpia dalle mani di Corbelli, Milan e Inter (più qualche altro socio minore). Dopo anni di gestione approssimativa, dichiarazioni estive altisonanti che puntualmente venivano disattese, interviste contraddittorie, colpi estivi alle spalle degli allenatori (mai appoggiati, anzi sempre messi spalle al muro) e un cattivo rapporto col pubblico (per le semifinali scorse, i biglietti sono aumentati del 50% rispetto le partite precedenti, ad esempio), finalmente si rivede un po’ di luce e serietà, per quanto il campionato debba ancora cominciare si intravede un’impostazione diversa: la squadra è stata costruita secondo i desideri e le opinioni di Coach Bucchi, andando a prendere i migliori giocatori italiani disponibili, accettando anche delle scommesse, sapendo che per vincere prima di tutto bisogna costruire una società ed una squadra solida. Domani mi vedrò qui a Verona la mia Olimpia (non al completo, mancano gli italiani convocati in Nazionale) contro il CSKA di Mosca, campione d’Europa, per un primo assaggio della nuova squadra; sarà una sconfitta, ma il risultato non conta.
Ora devo decidermi di mettermi d’impegno, ci sono almeno 2 argomenti di cui voglio scrivere da mesi e invece ho lasciato lì a maturare, ed è meglio che mi sbrighi, prima che marciscano.
Il che inevitabilmente ti porta a riflettere sul senso di tenere un diario, soprattutto un diario on-line, se poi si è carenti nel seguirlo e nel rinnovarlo con nuovi pensieri. Il mio è soltanto un contenitore di pensieri e opinioni, nella quale comunque racconto sempre qualcosa di me, qualcosa che accade o del quale sono personaggio (più difficilmente protagonista), quindi può anche capitare un periodo “vuoto”, in cui non ci sia nulla su cui esprimersi , ma se gli avvenimenti ci sono, e i pensieri si elaborano e prendono forma, cosa impedisce di concludere il lavoro e scrivere quelle 4 maledette righe? C’è solo la pigrizia (perché il tempo e le occasioni non mi sono mancate)? È solo distrazione, indolenza, oppure c’è qualcos’altro che mi trascina a trascurare questo diario? Un calo d’interesse?
Più probabilmente è un mix di tutto questo, ben miscelato da anni di pratica e dalla mia indole distratta e disordinata, mix che si riflette anche su altre attività, altri “progetti” ora abbandonati… Però bisogna metterci l’impegno e la buona volontà per non lasciare le cose a metà e quantomeno portarle a compimento, qualunque sia la fine.
Tornando alla me, riassumo qui gli avvenimenti della mia estate, che non è stata di certo tranquilla e pacifica:
Ringrazio vivamente tutti gli amici che si sono prodigati per procurarmi 2 biglietti per il concerto dei Kiss a Milano: Un regalo splendido, un concerto bellissimo, spettacolare, nella quale mi sono divertito da matti, in cui ho cantato, ballato, urlato. Gene Simmons e soci, nonostante i 60 anni suonati ti trasmettono un’energia e una voglia che pochi cantanti riescono a portare al loro pubblico, e nonostante siano più di 10 anni che non pubblicano un disco, il richiamo delle loro note ha quasi riempito il Forum. Quasi perché la data fu aggiunta in seguito alle richieste e molti ormai avevano il biglietto per il concerto di Verona (di cui potete leggere qui), ma lo spettacolo visto (con fuochi artificiali e cannoni spara-coriandoli) rimarrà per sempre nei miei ricordi.
Dal primo luglio ho cambiato luogo di lavoro e dopo oltre 3 anni ho ripreso la vecchia abitudine di pendolare, arrivando fino a Verona, con tutto quello che ne consegue; ossia sveglia all’alba e ritorno a sera inoltrata, molto più tempo per leggere, una vita sociale bruscamente azzerata (quasi), uno stipendio con molti più danari. Il lavoro in sé non ha molte attrattive, con ancora meno appeal della manutenzione, ma lo sporco denaro che ne consegue al momento vale lo sforzo che il pendolare tra la Metropoli Nebbiosa e la Scaligera comporta.
Un’altra Adunanza è passata: Alex Trigor è riuscito anche quest’anno a partecipare (e fanno 9), rischiando di lasciarci le penne sul serio, ma alla fine è tornato a casa ancora una volta sulle proprie gambe. L’evento è andato abbastanza bene, nonostante il cambio di regolamento abbia generato un po’ di confusione, e alcune particolarità non siano state del tutto assimilate (o digerite). Circa 150 persone in meno rispetto all’anno scorso, ma i numeri non parlano della perdita di qualità che il gioco di GRVItalia sta subendo, per quanto mi sia comunque divertito e molte perplessità che avevo prima di partire si siano sciolte giocando. Per il resto i Dragoni hanno completato i propri obbiettivi con successo, mentre il re è morto (2 volte) ed ora il regno di Elavia si trova senza una guida.
Gioia, gaudio e tripudio, dopo una lunga gestazione l’Olimpia Milano è passata definitivamente nelle mani di un signore di classe, un uomo serio abituato a fare le cose per bene e a lottare per ottenere i migliori risultati; siamo tutti euforici perché Giorgio Armani ha rilevato l’80% delle quote della società Olimpia dalle mani di Corbelli, Milan e Inter (più qualche altro socio minore). Dopo anni di gestione approssimativa, dichiarazioni estive altisonanti che puntualmente venivano disattese, interviste contraddittorie, colpi estivi alle spalle degli allenatori (mai appoggiati, anzi sempre messi spalle al muro) e un cattivo rapporto col pubblico (per le semifinali scorse, i biglietti sono aumentati del 50% rispetto le partite precedenti, ad esempio), finalmente si rivede un po’ di luce e serietà, per quanto il campionato debba ancora cominciare si intravede un’impostazione diversa: la squadra è stata costruita secondo i desideri e le opinioni di Coach Bucchi, andando a prendere i migliori giocatori italiani disponibili, accettando anche delle scommesse, sapendo che per vincere prima di tutto bisogna costruire una società ed una squadra solida. Domani mi vedrò qui a Verona la mia Olimpia (non al completo, mancano gli italiani convocati in Nazionale) contro il CSKA di Mosca, campione d’Europa, per un primo assaggio della nuova squadra; sarà una sconfitta, ma il risultato non conta.
Ora devo decidermi di mettermi d’impegno, ci sono almeno 2 argomenti di cui voglio scrivere da mesi e invece ho lasciato lì a maturare, ed è meglio che mi sbrighi, prima che marciscano.
mercoledì, giugno 11, 2008
Letture Primaverili
Mi accorgo ora che è da troppo tempo che non dedico un po' di spazio su questo diario ad uno dei miei interessi più vivi, ossia alla lettura di quei prodigiosi contenitori di parole e storie che sono i libri; nonostante il mio silenzio e le lunghe pause tra un articolo e l'altro, non ho smesso col vizio della lettura, ormai relegato al viaggio metropolitano da e verso il mio ufficio, il che dilata i tempi e porta la mia colonna di libri (ora spezzata in tre tronconi, altrimenti crolla) ad innalzarsi sempre più, anche se ogni tanto approfitto di tempi morti e serate a vuoto per dedicarmi allo svolgersi di una storia.
Dato il numero di letture interessanti (e non) mi cimenterò in brevi note:
Jonathan Strange & Il Signor Norrel di Susanna Clarke è un pesante tomo di oltre 800 pagine che narra della rinascita della magia in una Inghilterra impegnata nel limitare e combattere la Francia napoleonica, grazie soprattutto ai due signori citati nel titolo; il filo narrativo è interessante, la storia nella sua essenza ben costruita con un intreccio fatto bene, sa essere divertente e segue le tracce di più di un personaggio, peccato che sia stato scritto nello stesso pesantissimo stile ottocentesco in cui è ambientato il tutto, il che rende la lettura poco agevole e lo svolgimento della storia estremamente lento.
La Tavola Fiamminga del signor Perez-Reverte, invece, si è dimostata una lettura agevole e molto interessante, un giallo per nulla scontato con parecchi risvolti e colpi di scena; il tutto comincia quando Julia, una giovane restauratrice, lavorando su un quadro fiammingo che riproduce una partita a scacchi, riporta alla luce un'enigmatica scritta: "QUID NECAVIT EQUITEM?" un indovinello lasciato come traccia per risolvere un assassinio avvenuto 5 secoli fa; da qui la protagonista e il suo "padrino" Cesar decidono di risolvere il mistero ingaggiando uno scacchista abbastanza abile da ricostruire la partita rappresentata sul dipinto... non fosse per alcuni omicidi che gravitano attorno a Julia, il romanzo si sarebbe fermato a pagina 50 circa. Ripeto, bel libro, ben fatto con buone idee e dei veri colpi di scena, l'unico appunto che posso fare riguarda Munoz, ossia lo scacchista che pur essendo importante nella trama risulta abbastanza piatto, e poco verosimile... faccio fatica a credere che un giocatore di scacchi rinunci a vincere per dimostrare la propria bravura. E io avrei mosso il pedone in a7.
10 Little Niggers è uno dei più famosi romanzi della regina del giallo, Agatha Christie, e uno dei pochi non collegati ai suoi protagonisti più acclamati. A parte la traduzione del titolo politically correct (10 piccoli indiani, ma anche il titolo originale ha creato un po' di scompiglio per quanto derivi da una vecchia filastrocchia) il racconto non è malvagio ed è una buona dimostrazione del perché ancora oggi la creatrice di Poirot e miss Marple sia considerata la migliore; anche se a dire il vero il finale mi lascia perplesso, in quanto l'indizio per arrivare all'assassino è decisamente labile, praticamente non intuibile e non permette di scoprire il colpevole prima dell'ultima pagina, il che per un giallo da un certo punto di vista, quello della sfida al lettore, è un piccolo difetto.
In questo periodo di letture ho preso, letto e concluso anche Oceano, Mare di Alessandro Baricco: un ammasso di fogli incollati ad una copertina semi-rigida pieno di parole per lo più inutili, con una storia decisamente scarna nel suo svolgimento e piuttosto lineare, condito da personaggi senza alcuna profondità e a volte ridotti a macchiette o addirittura a ombre di persone. delle 200 pagine, di storia vera ce ne saranno più o meno una cinquantina scarsa, il resto inutili descrizioni, inutili dialoghi che nulla hanno a che fare con la storia narrata. L'unica cosa apprezzabile è il Prof. Bartleboom (a parte la storia principale) che quantomeno mi ha fatto sorridere col suo modo imbranato di muoversi nel mondo.
Ultimo in ordine di comparizione è L'Ombra del Vento di Carlos Ruiz Zafon, un altro bellissimo libro che ho avuto il piacere di leggere; ambientato in una Barcellona sotto il dominio del regime franchista, al piccolo Daniel capita tra le mani l'ultima copia de 'l'ombra del vento' di un certo Julian Carax la cui storia lo avvince così tanto da volerne sapere di più... da qui comincerà un'avventura per le vie della città catalana piena di sorprese, con un intreccio che segue più fila e sviluppa le vicende personali di Daniel con la storia di Julian Carax. Una buona lettura, agile, coinvolgente, che non da la sensazione di avere parti di troppo (a mente fredda, in effetti, alcuni pezzi, pochi invero, potevano essere tralasciati), con un finale ben costruito anche se forse un poco scontato, mi è piaciuta soprattutto la caratterizzazione dei personaggi, non solo Daniel, suo padre e Fermin da Torres, ma anche i personaggi secondari sono ben delineati con una certa profondità.
Concludendo, l'unico libro che sconsiglio vivamente è Oceano, Mare, l'opera di Susanna Clarke se non siete molto pazienti coi libri, gli altri sono vivamente raccomandati.
Dato il numero di letture interessanti (e non) mi cimenterò in brevi note:
Jonathan Strange & Il Signor Norrel di Susanna Clarke è un pesante tomo di oltre 800 pagine che narra della rinascita della magia in una Inghilterra impegnata nel limitare e combattere la Francia napoleonica, grazie soprattutto ai due signori citati nel titolo; il filo narrativo è interessante, la storia nella sua essenza ben costruita con un intreccio fatto bene, sa essere divertente e segue le tracce di più di un personaggio, peccato che sia stato scritto nello stesso pesantissimo stile ottocentesco in cui è ambientato il tutto, il che rende la lettura poco agevole e lo svolgimento della storia estremamente lento.
La Tavola Fiamminga del signor Perez-Reverte, invece, si è dimostata una lettura agevole e molto interessante, un giallo per nulla scontato con parecchi risvolti e colpi di scena; il tutto comincia quando Julia, una giovane restauratrice, lavorando su un quadro fiammingo che riproduce una partita a scacchi, riporta alla luce un'enigmatica scritta: "QUID NECAVIT EQUITEM?" un indovinello lasciato come traccia per risolvere un assassinio avvenuto 5 secoli fa; da qui la protagonista e il suo "padrino" Cesar decidono di risolvere il mistero ingaggiando uno scacchista abbastanza abile da ricostruire la partita rappresentata sul dipinto... non fosse per alcuni omicidi che gravitano attorno a Julia, il romanzo si sarebbe fermato a pagina 50 circa. Ripeto, bel libro, ben fatto con buone idee e dei veri colpi di scena, l'unico appunto che posso fare riguarda Munoz, ossia lo scacchista che pur essendo importante nella trama risulta abbastanza piatto, e poco verosimile... faccio fatica a credere che un giocatore di scacchi rinunci a vincere per dimostrare la propria bravura. E io avrei mosso il pedone in a7.
10 Little Niggers è uno dei più famosi romanzi della regina del giallo, Agatha Christie, e uno dei pochi non collegati ai suoi protagonisti più acclamati. A parte la traduzione del titolo politically correct (10 piccoli indiani, ma anche il titolo originale ha creato un po' di scompiglio per quanto derivi da una vecchia filastrocchia) il racconto non è malvagio ed è una buona dimostrazione del perché ancora oggi la creatrice di Poirot e miss Marple sia considerata la migliore; anche se a dire il vero il finale mi lascia perplesso, in quanto l'indizio per arrivare all'assassino è decisamente labile, praticamente non intuibile e non permette di scoprire il colpevole prima dell'ultima pagina, il che per un giallo da un certo punto di vista, quello della sfida al lettore, è un piccolo difetto.
In questo periodo di letture ho preso, letto e concluso anche Oceano, Mare di Alessandro Baricco: un ammasso di fogli incollati ad una copertina semi-rigida pieno di parole per lo più inutili, con una storia decisamente scarna nel suo svolgimento e piuttosto lineare, condito da personaggi senza alcuna profondità e a volte ridotti a macchiette o addirittura a ombre di persone. delle 200 pagine, di storia vera ce ne saranno più o meno una cinquantina scarsa, il resto inutili descrizioni, inutili dialoghi che nulla hanno a che fare con la storia narrata. L'unica cosa apprezzabile è il Prof. Bartleboom (a parte la storia principale) che quantomeno mi ha fatto sorridere col suo modo imbranato di muoversi nel mondo.
Ultimo in ordine di comparizione è L'Ombra del Vento di Carlos Ruiz Zafon, un altro bellissimo libro che ho avuto il piacere di leggere; ambientato in una Barcellona sotto il dominio del regime franchista, al piccolo Daniel capita tra le mani l'ultima copia de 'l'ombra del vento' di un certo Julian Carax la cui storia lo avvince così tanto da volerne sapere di più... da qui comincerà un'avventura per le vie della città catalana piena di sorprese, con un intreccio che segue più fila e sviluppa le vicende personali di Daniel con la storia di Julian Carax. Una buona lettura, agile, coinvolgente, che non da la sensazione di avere parti di troppo (a mente fredda, in effetti, alcuni pezzi, pochi invero, potevano essere tralasciati), con un finale ben costruito anche se forse un poco scontato, mi è piaciuta soprattutto la caratterizzazione dei personaggi, non solo Daniel, suo padre e Fermin da Torres, ma anche i personaggi secondari sono ben delineati con una certa profondità.
Concludendo, l'unico libro che sconsiglio vivamente è Oceano, Mare, l'opera di Susanna Clarke se non siete molto pazienti coi libri, gli altri sono vivamente raccomandati.
martedì, giugno 03, 2008
Always on Air
Ci sono posti in cui non si vorrebbe essere, eventi a cui non si vorrebbe partecipare, momenti a cui non si vuole assistere e partecipare ma che per senso di dovere, o per voglia di poter dire "io c'ero, io ero lì mentre..." si va e ci si fa partecipi.
Sabato pomeriggio Rock FM ha chiuso i battenti per il volere del gruppo Mondadori, che ha acquisito la proprietà della piccola radio milanese ed ha deciso che il suo mantenimento era troppo oneroso; ha deciso di chiudere con una no-stop in diretta con tutti i DJ di 24 ore, a partire dalle 18 di Venerdì fino alla chiusura del segnale: e l'ultima ora io ero lì, assieme ad un paio di centinaia di affezionati alla piccola emittente che ha cercato di dare voce al rock, ma non solo, in 18 anni di onorata attività a Milano e dintorni, riuscendo a raggiungere anche le antenne di Genova e Firenze, ero lì a portare il mio piccolo tributo a chi ha cercato di trasmettere della musica diversa, dando spazio anche a gruppi emergenti, o a stili come il country che su altre radio non avrebbero alcuna possibilità.
Sia chiaro, non sono mai stato un fedele ascoltatore di Rock FM, anche se i miei gusti musicali sono abbastanza vicini al mainstream della radio, però la notizia della chiusura, percepita per caso qualche tempo fa, mi ha lasciato l'amaro in bocca, soprattutto perché Rock FM e i suoi DJ erano fuori dal normale, alternativi rispetto ad altri network che non fanno altro che accontentare le major, senza mai dare uno spazio alle piccole band, o alle piccole case, senza mai accontentare un vasto numero di ascoltatori che vivono di Hard rock, di Metal (in varie salse), di Ska. E per quanto sia stata una triste occorrenza ho voluto esserci per applaudire questi ragazzi, per porgere i miei ringraziamenti per il loro lavoro, per cantare assieme a loro "Keep on rocking in a free world" e per onorare 18 anni di trasmissioni fatte per la passione del rock.
Grazie Rock FM!
Sabato pomeriggio Rock FM ha chiuso i battenti per il volere del gruppo Mondadori, che ha acquisito la proprietà della piccola radio milanese ed ha deciso che il suo mantenimento era troppo oneroso; ha deciso di chiudere con una no-stop in diretta con tutti i DJ di 24 ore, a partire dalle 18 di Venerdì fino alla chiusura del segnale: e l'ultima ora io ero lì, assieme ad un paio di centinaia di affezionati alla piccola emittente che ha cercato di dare voce al rock, ma non solo, in 18 anni di onorata attività a Milano e dintorni, riuscendo a raggiungere anche le antenne di Genova e Firenze, ero lì a portare il mio piccolo tributo a chi ha cercato di trasmettere della musica diversa, dando spazio anche a gruppi emergenti, o a stili come il country che su altre radio non avrebbero alcuna possibilità.
Sia chiaro, non sono mai stato un fedele ascoltatore di Rock FM, anche se i miei gusti musicali sono abbastanza vicini al mainstream della radio, però la notizia della chiusura, percepita per caso qualche tempo fa, mi ha lasciato l'amaro in bocca, soprattutto perché Rock FM e i suoi DJ erano fuori dal normale, alternativi rispetto ad altri network che non fanno altro che accontentare le major, senza mai dare uno spazio alle piccole band, o alle piccole case, senza mai accontentare un vasto numero di ascoltatori che vivono di Hard rock, di Metal (in varie salse), di Ska. E per quanto sia stata una triste occorrenza ho voluto esserci per applaudire questi ragazzi, per porgere i miei ringraziamenti per il loro lavoro, per cantare assieme a loro "Keep on rocking in a free world" e per onorare 18 anni di trasmissioni fatte per la passione del rock.
Grazie Rock FM!
martedì, maggio 27, 2008
Alternanza
È passato più di un mese e mezzo dalle ultime elezioni politiche, quelle che hanno visto il Nano Maledetto riconquistare il potere, però solo ora riesco a trovare il tempo (e la testa) per spendere due parole su quello che è successo ad Aprile.
Al secondo tentativo la legge elettorale (o meglio, quell'obbrobrio che ci portiamo dietro) ha dato i frutti sperati al suo legislatore, avvantaggiando lo schieramento di destra, eliminando i piccoli partiti che non hanno raggiunto la soglia limite del 4% e, grazie ai premi di maggioranza, dando una base solida ed inespugnabile alla nuova maggioranza, il che vuol dire aver raggiunto la tanto agognata stabilità politica che permetterà (salvo ribaltoni) di giungere alla fine del mandato senza troppe paure.
Ora, che il Presidente Operaio sia di nuovo al potere era preventivabile, ma in campagna elettorale la speranza che gli italiani credano nel volto nuovo del sindaco di Roma (che poi tanto nuovo non è) e dessero altri 5 anni di fiducia ad una sinistra che al governo ha fatto solo danni era quantomeno illudersi e tapparsi gli occhi, la bocca e il naso una volta entrati in cabina elettorale; d'altra parte gli italiani nel sistema bipolare hanno imparato benissimo ad applicare l'alternanza: nel '94 vince il nuovo partito del Presidente Operaio, nel '96 la sinistra di Prodi, nel 2001 di nuovo il Polo delle Libertà, nel 2006 la sinistra di Prodi... probabilmente perché chi era di volta in volta al potere ha deluso le aspettative, e per l'ultimo governo prodi la delusione è andata ben oltre il margine, tanto che in regioni dalla forte connotazione "comunista" la destra (soprattutto la Lega) ha registrato una crescita.
La Lega, appunto, sarà l'ago della bilancia per il nuovo governo; difficilmente andrà via dal governo, anche perché dell'Unto si può dire tutto ma non che non impari dai suoi errori, però non si sa mai, delle divergenze sul federalismo potrebbero portare ad una crisi di governo (che al momento attuale, comunque, non mi auguro) o anche ad un ribaltone come nel '94.
Frattanto mi conviene controllare le leggi olandesi per i rifugiati politici...
Al secondo tentativo la legge elettorale (o meglio, quell'obbrobrio che ci portiamo dietro) ha dato i frutti sperati al suo legislatore, avvantaggiando lo schieramento di destra, eliminando i piccoli partiti che non hanno raggiunto la soglia limite del 4% e, grazie ai premi di maggioranza, dando una base solida ed inespugnabile alla nuova maggioranza, il che vuol dire aver raggiunto la tanto agognata stabilità politica che permetterà (salvo ribaltoni) di giungere alla fine del mandato senza troppe paure.
Ora, che il Presidente Operaio sia di nuovo al potere era preventivabile, ma in campagna elettorale la speranza che gli italiani credano nel volto nuovo del sindaco di Roma (che poi tanto nuovo non è) e dessero altri 5 anni di fiducia ad una sinistra che al governo ha fatto solo danni era quantomeno illudersi e tapparsi gli occhi, la bocca e il naso una volta entrati in cabina elettorale; d'altra parte gli italiani nel sistema bipolare hanno imparato benissimo ad applicare l'alternanza: nel '94 vince il nuovo partito del Presidente Operaio, nel '96 la sinistra di Prodi, nel 2001 di nuovo il Polo delle Libertà, nel 2006 la sinistra di Prodi... probabilmente perché chi era di volta in volta al potere ha deluso le aspettative, e per l'ultimo governo prodi la delusione è andata ben oltre il margine, tanto che in regioni dalla forte connotazione "comunista" la destra (soprattutto la Lega) ha registrato una crescita.
La Lega, appunto, sarà l'ago della bilancia per il nuovo governo; difficilmente andrà via dal governo, anche perché dell'Unto si può dire tutto ma non che non impari dai suoi errori, però non si sa mai, delle divergenze sul federalismo potrebbero portare ad una crisi di governo (che al momento attuale, comunque, non mi auguro) o anche ad un ribaltone come nel '94.
Frattanto mi conviene controllare le leggi olandesi per i rifugiati politici...
mercoledì, maggio 07, 2008
Le Torri Contestate
Milano sta cambiando faccia; un passo per volta, ma alcune aree "dimesse" della metropoli sono interessate da quelli che in comune chiamano interventi di riqualificazione, ossia la possibilità di abbattere vecchie strutture per costruirne di nuove secondo i più recenti concetti di urbanistica. Uno di questi "interventi", più precisamente il nuovo quartiere in via di costruzione nell'area fiera, di recente è balzato sulle prime pagine di tutti i giornali perché il presidente Operaio (in piena campagna elettorale) ha criticato uno dei 3 grattacieli in progetto, il che ha scatenato una forte polemica con il signor Libeskind, uno dei tre firmatari del progetto; incuriosito ho trovato un sito molto dettagliato sul progetto, la fisionomia del nuovo quartiere e la storia dell'assegnazione (residentifiera.it), sito gestito da uno dei due comitati di residenti che osteggiano il progetto.
Concordo con loro nel dire che non ha vinto il progetto migliore, ma quello che ha portato all'ente fiera proprietario di quelle aree il maggior incasso, che la giunta Albertini ha gestito la questione con la sua solita e sollecita attenzione per i cittadini (come dimostrano anche altri lavori in corso), che alcuni punti del progetto potevano essere sviluppati meglio ma, lasciando perdere la boutàde dell'ormai nostro Presidente del Consiglio, a me il progetto di riqualificazione sembra fatto bene, con la previsione di un parco, un buon numero di palazzi, la costruzione di un museo, il mantenimento di due strutture storiche della vecchia fiera (ossia del primo nucleo di quella che è diventata la fiera campionaria) e quindi non capisco il motivo del contrasto dei due comitati, o meglio non capisco perché l'altezza dei nuovi palazzi residenziali sia un problema; parlano di "eccessiva volumetria concessa" che gli architetti hanno sviluppato in verticale per poter inserire il parco (che non sarà grandissimo in ogni caso), progettando palazzi alti anche oltre i 20 piani, ma non vedo come questo possa risultare in un problema per chi abita lì attorno. Posso capire le preoccupazioni nella fase di demolizione dei vecchi capannoni, ma non sul progetto nuovo, soprattutto quando si parla "di coerenza rispetto al contesto di città" soprattutto se la città una coerenza non ce l'ha dalla fine della seconda guerra mondiale (basta girare un po' per la Metropoli Nebbiosa per rendersene conto).
Concordo con loro nel dire che non ha vinto il progetto migliore, ma quello che ha portato all'ente fiera proprietario di quelle aree il maggior incasso, che la giunta Albertini ha gestito la questione con la sua solita e sollecita attenzione per i cittadini (come dimostrano anche altri lavori in corso), che alcuni punti del progetto potevano essere sviluppati meglio ma, lasciando perdere la boutàde dell'ormai nostro Presidente del Consiglio, a me il progetto di riqualificazione sembra fatto bene, con la previsione di un parco, un buon numero di palazzi, la costruzione di un museo, il mantenimento di due strutture storiche della vecchia fiera (ossia del primo nucleo di quella che è diventata la fiera campionaria) e quindi non capisco il motivo del contrasto dei due comitati, o meglio non capisco perché l'altezza dei nuovi palazzi residenziali sia un problema; parlano di "eccessiva volumetria concessa" che gli architetti hanno sviluppato in verticale per poter inserire il parco (che non sarà grandissimo in ogni caso), progettando palazzi alti anche oltre i 20 piani, ma non vedo come questo possa risultare in un problema per chi abita lì attorno. Posso capire le preoccupazioni nella fase di demolizione dei vecchi capannoni, ma non sul progetto nuovo, soprattutto quando si parla "di coerenza rispetto al contesto di città" soprattutto se la città una coerenza non ce l'ha dalla fine della seconda guerra mondiale (basta girare un po' per la Metropoli Nebbiosa per rendersene conto).
martedì, maggio 06, 2008
Finale di Stagione
Domenica scorsa si è conclusa a Madrid la stagione del basket europeo con le Final Four di Eurolega, evento a cui l'Italia ha partecipato grazie alla qualificazione di Siena (arrivata terza); quella che un tempo era la coppa campioni è stata vinta dal CSKA Mosca, un gruppo di fortissimi giocatori allenati da uno dei migliori (e antipatici) tecnici del vecchio continente, tale Ettore Messina, favoriti alla vitoria finale già dalle prime battute nel Novembre scorso. Peccato per i toscani, per un'occasione persa da quanto ho letto contro il Maccabi, ma certamente potranno giocarsi le loro chances il prossimo anno, data l'incontrastata supremazia nel nostro campionato, che si avvia verso i play-off.
In teoria Siena non dovrebbe avere rivali per lo scudetto, ai quarti affronterà la Fortitudo che ha acchiappato i play-off all'ultima giornata vincendo alForum di Assago, che ha dei buoni giocatori ma troppo discontinui e non coesi per poter impattare efficacemente la strapotenza dei toscani, in semifinale troverà la vincente della sfida tra Montegranaro(quarta) e l'Olimpia (quinta), sfida che si preannuncia intensa, in cui l'esperienza di Milano dovrà confrontarsi con la freschezza dei marchigiani ed un palazzeto dove per chiunque è difficile passare;
In finale potrebbe trovarsi Roma (che ai quarti se la vedrà con Cantù, non una formalità, ma di certo uno scontro senza grosse difficoltà se giocato con la giusta attitudine mentale) o Avellino (che prima dovrà eliminare la Capo d'Orlando di Pozzecco, cosa possibile a meno di capitomboli interni) squadre con cui dovrà certamente impegnarsi per ottenere la vittoria, ma su 7 partite e con il favore del campo non credo che assisteremo ad un ribaltone all'ultimo.
Milano dopo un avvio spaventosamente brutto è riuscita a cambiare rotta, grazie anche al cambio del timoniere (Caja al posto di Markovski) e di parte della truppa è riuscita a conquistare una buona quinta posizione e si appresta a cercare una semifinale che potrebbe significare un posto in Eurolega, il che comporterebbe la possibilità che Danilo Gallinari (il miglior giocatore italiano di questa stagione) ritiri la propria candidatura ai Draft NBA, possibilità legata anche al cambio di proprietà (sempre più vicino); sarà importante vincerne una a Porto S.Giorgio e soprattutto non permettere a Montegranaro di fare suo il parquet del Forum
In teoria Siena non dovrebbe avere rivali per lo scudetto, ai quarti affronterà la Fortitudo che ha acchiappato i play-off all'ultima giornata vincendo alForum di Assago, che ha dei buoni giocatori ma troppo discontinui e non coesi per poter impattare efficacemente la strapotenza dei toscani, in semifinale troverà la vincente della sfida tra Montegranaro(quarta) e l'Olimpia (quinta), sfida che si preannuncia intensa, in cui l'esperienza di Milano dovrà confrontarsi con la freschezza dei marchigiani ed un palazzeto dove per chiunque è difficile passare;
In finale potrebbe trovarsi Roma (che ai quarti se la vedrà con Cantù, non una formalità, ma di certo uno scontro senza grosse difficoltà se giocato con la giusta attitudine mentale) o Avellino (che prima dovrà eliminare la Capo d'Orlando di Pozzecco, cosa possibile a meno di capitomboli interni) squadre con cui dovrà certamente impegnarsi per ottenere la vittoria, ma su 7 partite e con il favore del campo non credo che assisteremo ad un ribaltone all'ultimo.
Milano dopo un avvio spaventosamente brutto è riuscita a cambiare rotta, grazie anche al cambio del timoniere (Caja al posto di Markovski) e di parte della truppa è riuscita a conquistare una buona quinta posizione e si appresta a cercare una semifinale che potrebbe significare un posto in Eurolega, il che comporterebbe la possibilità che Danilo Gallinari (il miglior giocatore italiano di questa stagione) ritiri la propria candidatura ai Draft NBA, possibilità legata anche al cambio di proprietà (sempre più vicino); sarà importante vincerne una a Porto S.Giorgio e soprattutto non permettere a Montegranaro di fare suo il parquet del Forum
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