Mentre completavo la lettura del libro sulla pallacanestro, data la mole lasciato per le ore serali, nel mio tragitto casa-lavoro ho dato una sfoltita alla colonna dei libri da leggere (che però invece di diminuire, continua a crescere...) dando fondo ad una serie di romanzi a fumetti, ideati, disegnati e scritti da Hugo Pratt con protagonista il suo personaggio più conosciuto, Corto Maltese.
Mi sembra alquanto superfluo spiegare chi sia Corto Maltese (un avventuriero, capitano pirata, cercatore di tesori, uno dei pochi gentiluomini rimasti) o fare l'elogio del genio dello scrittore veneziano, scrittore e non disegnatore, perché le storie che intesse con i suoi disegni e i suoi dialoghi sono dei veri romanzi d'avventura, dei racconti pieni che si affidano al tratto della matita molto più che alle parole scritte da una macchina; Nei tre "romanzi" letti ("Una Ballata del Mare Salato", "Cortesconta detta Arcana", "La Casa Dorata di Samarcanda") ho trovato dei bei personaggi, non sempre completamente approfonditi, ma per nulla piatti,tre romanzi d'avventura dove Corto si imbatte spesso con le sue due facce (Il Pirata e il Gentiluomo) senza farne però un'anima combattuta tra due vie; molto più lineare il suo amico e nello stesso tempo nemico Rasputin, che lo accompagna (spesso mal volentieri) nelle sue avventure, un uomo dalle idee chiare quanto il suo egoismo e spietato quanto la sua avarizia.
Una cosa detestabile dello stile di Pratt, del modo di condurre la storia, sono i salti, i cambi di scena senza alcuna didascalia,senza alcuno studio dell'impaginazione, del dove la tavola comparirà nell'incessante volgere di pagine(come si impara leggendo gli sketcbook di altri autori più "disegnatori"), che a volte ti lasciano l'impressione di aver perso qualche pezzo per strada, un "vizio" che però rende le sue opere ancora più vicine ai romanzi, che ai fumetti.
martedì, aprile 17, 2007
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