domenica, aprile 01, 2007

Coloni a Catan

Ogni tanto nel panorama della letteratura fantasy esce qualche idea strana o quantomeno bizzarra, che prende la sua ispirazione non solo dalla mente dell'autore ma anche da altre fonti: Lo stesso Tolkien per Il Signore degli Anelli spesso ha preso lo spunto dalle canzoni raccolte nell'Edda, ma non mancano libri ispirati da giochi di ruolo (La saga di Drizzt) o anche da semplici evoluzioni del nostro mondo.

Giusto oggi ho finito di leggere un romanzo che ha alla sua base uno dei giochi da tavolo più recenti e di successo, "I Coloni di Catan", creazione di Klaus Teuber, un distinto signore tedesco che vive creando giochi semplici che richiedono attenzione, sagacia, pianificazione, un po' di fortuna e tanta tanta tanta capacità gestionale; il suo gioco di maggior successo si svolge su di un'isola disabitata che i giocatori devono colonizzare, cercando di espandersi per ottenere dalle ricche terre di catan le materie prime necessarie per il sostentamento e lo sviluppo della propria comunità, commerciando od ostacolando gli altri giocatori anche loro tesi a progredire.

Il romanzo narra le vicende dei primi coloni, una comunità di Vichinghi che decide di abbandonare la propria fredda e povera terra alla ricerca di un luogo migliore dove vivere, che si concretizza nell'approdare sulle terre di cui narra una vecchia canzone; piacevole da leggere, lungo (oltre 600 pagine), ma senza mai decollare, il libro rimane molto attinente a quelli che erano gli usi e i costumi dei Vichinghi cercando di riportarne la veridicità su di una storia di pura fantasia, senza però mai un'apice o un momento realmente intenso: descrive con perizia le difficoltà e l'evolversi della piccola colonia, dando anche un volto ed un motivo a certe presenze del gioco, offrendo tra l'altro diversi punti di vista da parte di diversi personaggi.

A differenza di molti altri romanzi, non c'è un eroe designato, ma alcuni uomini con i loro pregi e i loro difetti, nessuno totalmente buono o cattivo, e forse questo rende il libro più interessante di quanto la trama in se e per sè possa fare; comunque una buona letura per passare il tempo, anche senza essere appassionati al gioco.

Nessun commento: