domenica, gennaio 29, 2017

Battaglie in altri mondi

Domenica scorsa sono stato impegnato, assieme ad alcuni amici, in un grande evento, una grande battaglia a Dystopian Wars, un gioco edito e prodotto dalla Spartan Games, un'azienda inglese dedita ai wargames tridimensionali di stampo fantastico.

Il mondo alternativo in cui il gioco è ambientato è una versione steampunk del nostro mondo; in breve, grazie alla scoperta di un nuovo elemento chimico, lo Sturginium, in grado di creare un'enorme quantità di energia (e non solo), permette alla rivoluzione industriale di fare passi da gigante e creare macchine meravigliose e mai pensate prima (come enormi dirigibili-portaerei, robot a forma di calamari giganti e mezzi terresti su zampe da ragno); a questo si aggiunge la prematura scomparsa di Napoleone Bonaparte e la non-conquista dell'Europa da parte del Generale della Repubblica, una riunificazione dell'impero prussiano più rapida (gli austroungarici completamente indeboliti cedono praticamente senza combattere), ed altri dettagli che cambiano (niente unità d'Italia, per dirne una).

Ci sono due regole fondamentali che rendono questo gioco interessante: la prima è il turno alternato composito, ossia un giocatore attiva una sua unità (la muove, spara ed eventualmente abborda), dopodiché il suo avversario ne attiva una propria, e via così fino ad esaurire tutte le unità prima di cominciare un nuovo turno; un meccanismo simile a quello degli scacchi che introduce la necessità di dare delle priorità ed organizzare l'ordine di attacco in modo preventivo, tenendo conto anche delle mosse dell'avversario. L'altro meccanismo importante è il dado esplosivo, ossia la possibilità di tirare un dado aggiuntivo per ogni 6 che ottieni al primo lancio; se ottieni altri 6, tiri altri dadi, e così via finché non si esauriscono i tiri di dado. Questo significa che una squadra di piccole navi ha la possibilità di danneggiare un grosso dirigibile-portaerei, il che rende ogni battaglia imprevedibile (ed è un po' il bello di questo gioco)

Per la mia forza distopica ho scelto di difendere i colori della nostra nazione, che in questo mondo è presente come una forte alleanza tra i vari stati preunitari (la fazione si chiama Lega degli Stati Italiani, che riprende la stessa lega formatasi tra i principi rinascimentali dopo la firma della pace di Lodi), in cui quattro tra i "principi" dominano la scena politica e ne decidono le sorti nel mezzo di una guerra mondiale; ovviamente non tutto fila liscio all'interno dell'alleanza, oltre a temere il ritorno in patria di Garibaldi (sì, proprio lui, l'eroe dei due mondi). Ho scelto gli italiani perché sono italiano, e poi perché i modelli sono davvero belli.

Al termine della battaglia abbiamo perso, ma è stata una giornata divertentissima e sicuramente ripeteremo nel prossimo futuro.


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