Ieri sera era lì, seduta sul mio letto, con un sorriso seducente e gli occhi di chi non desidera altro che te; non so come abbia fatto ad entrare, probabilmente si è infilata dalla finestra della cucina o silenziosamente si è insinuata alle mie spalle, senza un lamento, un sospiro, un tocco, d’un tratto me la sono trovata lì che mi fissava, invitante, come è sempre stata. Ho provato a scacciarla, a farla uscire ancora una volta dalla mia camera, a minacciarla di non farsi più vedere da me, ma quei occhi languidi e pieni di passione mi hanno incantato e non ho saputo respingere il tocco delle sue dita sottili sulle mie braccia, le mie spalle, la mia schiena, piccoli solchi di un piacevole contatto a cui per troppo tempo ho rinunciato; ha sussurrato parole che non sentivo da tempo con quella sua voce dolce e ho ceduto al suo desiderio.
Questa notte era lì, ha dormito assieme a me; in tanti anni che la conosco, che la combatto, non le ho mai permesso questo privilegio, non le ho mai concesso di abbracciarmi così a lungo, di usarmi per soddisfare il suo desiderio di contatto, di appoggiare le sue tenere labbra sulla mia pelle, ma per quanto la odi e la detesti mi è mancata la forza per dirle di no, per dirle ancora che non ero più suo, che non la volevo più vedere, non ho saputo resisterle, lo assecondata come le prime volte che l’ho incontrata prima di accorgermi quanto fosse maligna nella sua dolcezza.
Questa mattina era lì, le sue mani che mi accarezzavano il viso, gli occhi scintillanti di una gioia malvagia, soddisfatta di avermi avuto ancora una volta, di aver ceduto di nuovo alle sue lusinghe, di essersi imposta nonostante il mio ribrezzo per lei, con la consapevolezza di poter tornare quando vuole… aspra, maledetta Solitudine
venerdì, luglio 13, 2007
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