mercoledì, settembre 10, 2008

Agonia Alitalia

Ci siamo. Ormai il destino di quella che è stata una delle prime compagnie aeree d’europa si sta compiendo, giungendo alla conclusione di un declino durano anni ed ormai irreversibile. Dovevo scrivere questo articolo a Maggio, quando il signor Spinetta si è ritirato dalla trattativa di acquisizione che Air France, interessata ad espandere il proprio “potere” in Europa, trattativa saltata per 2.500 esuberi e le parole del nostro amato Presidente Operaio (con la sua soluzione italiana), ed invece il mio pensiero arriva solo oggi, quando ormai siamo alle battute finali.

Che Alitalia fosse “malata” lo si sapeva da anni, la crisi degli anni ’90 aveva evidenziato i primi problemi per la compagnia ma all’epoca si era intrapresa una strada che poteva portare un risanamento dell’azienda ed una certa produttività: peccato che la fusione con KLM (che ora è inglobata nel gruppo Air France) si sia improvvisamente interrotta, lasciando la nostra compagnia con ben poco in mano, ed essenzialmente senza alcun salvagente alla successiva crisi del mercato aereo del dopo 11 Settembre 2001. Da qui la “malattia” si è aggravata, ma nessuno ha voluto riconoscerla, facendo finta che tutto andasse per il meglio, che il deficit fosse contenibile, che una ristrutturazione profonda di tutto l’organico non fosse categoricamente necessaria, e in questo viaggiare col paraocchi ci si sono messi tutti: Stato, dirigenza, sindacati, ognuno ha fatto la sua parte, aggravando sempre più lo stato delle cose, incapace di rispondere all’avvento delle compagnie Low-cost, di mantenere la qualità dei voli alta, di offrire un servizio paragonabile alle altre compagnie di bandiera europee (con le quali si è sempre confrontata).

Ora siamo di fronte ad un malato in fase terminale, stiamo assistendo all’agonia giorno dopo giorno di un’azienda che ha trasportato milioni di italiani per l’Italia e il mondo: il prestito di 300 milioni di euro che lo Stato ha dato ad Alitalia (soldi presi dagli stanziamenti per la ricerca scientifica) è l’ultima dose di morfina data per attutire il male: la cordata italiana messa in piedi dal Nano maledetto è giusto un modo per salvare la faccia di fronte agli elettori, dopo aver promesso di “salvare la compagnia di bandiera con una soluzione nazionale”, soluzione che porta inevitabilmente all’abbattimento del malato.

Sinceramente era da (s)vendere ad Air France, il piano di Spinetta quantomeno avrebbe salvato il nome ed un buon numero di voli, anche se qualcuno (per la precisione Malpensa e gli esuberi) ci avrebbe rimesso, ma la trattativa era ancora lunga, con una buona mediazione si sarebbe giunti ad un buon accordo per tutti; la soluzione italiana invece parla di 4.500 esuberi (ma si era detto anche 7.000), la riduzione a 153 velivoli e la rinuncia alla maggior parte delle rotte intercontinentali e internazionali, la rinuncia ad avere un Hub (da 2,di cui uno mal utilizzato, a zero), oltre ad una fantomatica fusione con AirOne (che ha fatto la propria fortuna con la partnership Lufthansa) e la limitazione dei voli da Linate solo ed unicamente per Roma (come se la CAI possa decidere il futuro e l’utilizzo di un aeroporto che non le appartiene), il tutto creando una “bad company”, ossia una società su cui riversare tutti i passivi accumulati da lasciare allo Stato (che di fronte al buco nero di bilancio, non potrà far altro che dichiarare il fallimento… o far pagare ai contribuenti il ripiano…), sempre che i sindacati non facciano muro (come è stato per Air France), il che porterebbe ad una sola, tragica, conclusione: la bancarotta.

martedì, settembre 09, 2008

Notizie Brevi dal (Mio) Mondo

Eccomi di nuovo qui, a riprendere la scrittura di questo diario dopo una lunga pausa estiva, pausa piena di avvenimenti per la quale avrei dovuto lasciare una traccia, un commento, una nota e che invece per pigrizia (ma non solo) ho tenuto nelle mia mente; ed esprimerle ora in tutta la loro interezza non sarebbe la stessa cosa, non si respirerebbe il momento, la freschezza, la novità, un po’ come presentarsi ad un appuntamento con una rosa seccata: bella, per carità, ma priva di qualsiasi profumo.

Il che inevitabilmente ti porta a riflettere sul senso di tenere un diario, soprattutto un diario on-line, se poi si è carenti nel seguirlo e nel rinnovarlo con nuovi pensieri. Il mio è soltanto un contenitore di pensieri e opinioni, nella quale comunque racconto sempre qualcosa di me, qualcosa che accade o del quale sono personaggio (più difficilmente protagonista), quindi può anche capitare un periodo “vuoto”, in cui non ci sia nulla su cui esprimersi , ma se gli avvenimenti ci sono, e i pensieri si elaborano e prendono forma, cosa impedisce di concludere il lavoro e scrivere quelle 4 maledette righe? C’è solo la pigrizia (perché il tempo e le occasioni non mi sono mancate)? È solo distrazione, indolenza, oppure c’è qualcos’altro che mi trascina a trascurare questo diario? Un calo d’interesse?
Più probabilmente è un mix di tutto questo, ben miscelato da anni di pratica e dalla mia indole distratta e disordinata, mix che si riflette anche su altre attività, altri “progetti” ora abbandonati… Però bisogna metterci l’impegno e la buona volontà per non lasciare le cose a metà e quantomeno portarle a compimento, qualunque sia la fine.

Tornando alla me, riassumo qui gli avvenimenti della mia estate, che non è stata di certo tranquilla e pacifica:

Ringrazio vivamente tutti gli amici che si sono prodigati per procurarmi 2 biglietti per il concerto dei Kiss a Milano: Un regalo splendido, un concerto bellissimo, spettacolare, nella quale mi sono divertito da matti, in cui ho cantato, ballato, urlato. Gene Simmons e soci, nonostante i 60 anni suonati ti trasmettono un’energia e una voglia che pochi cantanti riescono a portare al loro pubblico, e nonostante siano più di 10 anni che non pubblicano un disco, il richiamo delle loro note ha quasi riempito il Forum. Quasi perché la data fu aggiunta in seguito alle richieste e molti ormai avevano il biglietto per il concerto di Verona (di cui potete leggere qui), ma lo spettacolo visto (con fuochi artificiali e cannoni spara-coriandoli) rimarrà per sempre nei miei ricordi.

Dal primo luglio ho cambiato luogo di lavoro e dopo oltre 3 anni ho ripreso la vecchia abitudine di pendolare, arrivando fino a Verona, con tutto quello che ne consegue; ossia sveglia all’alba e ritorno a sera inoltrata, molto più tempo per leggere, una vita sociale bruscamente azzerata (quasi), uno stipendio con molti più danari. Il lavoro in sé non ha molte attrattive, con ancora meno appeal della manutenzione, ma lo sporco denaro che ne consegue al momento vale lo sforzo che il pendolare tra la Metropoli Nebbiosa e la Scaligera comporta.

Un’altra Adunanza è passata: Alex Trigor è riuscito anche quest’anno a partecipare (e fanno 9), rischiando di lasciarci le penne sul serio, ma alla fine è tornato a casa ancora una volta sulle proprie gambe. L’evento è andato abbastanza bene, nonostante il cambio di regolamento abbia generato un po’ di confusione, e alcune particolarità non siano state del tutto assimilate (o digerite). Circa 150 persone in meno rispetto all’anno scorso, ma i numeri non parlano della perdita di qualità che il gioco di GRVItalia sta subendo, per quanto mi sia comunque divertito e molte perplessità che avevo prima di partire si siano sciolte giocando. Per il resto i Dragoni hanno completato i propri obbiettivi con successo, mentre il re è morto (2 volte) ed ora il regno di Elavia si trova senza una guida.

Gioia, gaudio e tripudio, dopo una lunga gestazione l’Olimpia Milano è passata definitivamente nelle mani di un signore di classe, un uomo serio abituato a fare le cose per bene e a lottare per ottenere i migliori risultati; siamo tutti euforici perché Giorgio Armani ha rilevato l’80% delle quote della società Olimpia dalle mani di Corbelli, Milan e Inter (più qualche altro socio minore). Dopo anni di gestione approssimativa, dichiarazioni estive altisonanti che puntualmente venivano disattese, interviste contraddittorie, colpi estivi alle spalle degli allenatori (mai appoggiati, anzi sempre messi spalle al muro) e un cattivo rapporto col pubblico (per le semifinali scorse, i biglietti sono aumentati del 50% rispetto le partite precedenti, ad esempio), finalmente si rivede un po’ di luce e serietà, per quanto il campionato debba ancora cominciare si intravede un’impostazione diversa: la squadra è stata costruita secondo i desideri e le opinioni di Coach Bucchi, andando a prendere i migliori giocatori italiani disponibili, accettando anche delle scommesse, sapendo che per vincere prima di tutto bisogna costruire una società ed una squadra solida. Domani mi vedrò qui a Verona la mia Olimpia (non al completo, mancano gli italiani convocati in Nazionale) contro il CSKA di Mosca, campione d’Europa, per un primo assaggio della nuova squadra; sarà una sconfitta, ma il risultato non conta.

Ora devo decidermi di mettermi d’impegno, ci sono almeno 2 argomenti di cui voglio scrivere da mesi e invece ho lasciato lì a maturare, ed è meglio che mi sbrighi, prima che marciscano.